LA TRUFFA CONTINUA AVV.MARIA VIRGINIA PERAZZOLI, CURATORE DEL FALLIMENTO DITTA PAOLO BOLICI N.75/2014 TRIBUNALE DI VELLETRI,SOGGETTO DI MANIFESTA INCAPACITA’, INCLINE A DELINQUERE

1 Giugno 2021 Off Di Paolo Bolici

Il curatore, in persona dell’avv. Maria Virginia Perazzoli, del fallimento ditta Paolo Bolici, dichiarato illecitamente ed illegittimamente dal Tribunale di Velletri , con decreto a firma G.D. dott. Antonino La Malfa, ha proseguito, con azioni fraudolente, nella truffa messa in atto dal Giudice e Commissari Giudiziali, avv. Renato Negroni e dott. Umile Sebastiano Iacovino, per fini di lucro personale. La ricostruzione contabile del debito della ditta Bolici, come si evince dall’allegato di sintesi (doc.1), ha messo in evidenza, con documentazione legittimata ed ineccepibile, il piano delittuoso premeditato dalla consolidata associazione per delinquere presente presso la Sezione Fallimentare del Tribunale di Velletri, relativa alle procedure riguardanti la ditta Paolo Bolici e società controllate. In particolare, per dimostrare l’insolvenza, il curatore avv. Maria Virginia Perazzoli, associato a coloro che ne hanno dato conferma alla formazione dello stato passivo , reso esecutivo, G.D. dott. Antonino La Malfa prima, di seguito G.D. dott.ssa Francesca Aratari e G.D. Raffaella Calvanese, ha ammesso al passivo creditori non aventi diritto per un valore € 60.683.971,30 a fronte dei creditori non contestati per un valore di € 2.116.332,86, inoltre per non consentire la ripresa produttiva aziendale, ha posto il diniego all’ottenimento del fondo di solidarietà, già concesso, per le vittime di usura, quale la ditta Paolo Bolici (doc.2), che avrebbe consentito il pagamento del TFR e dei creditori aventi diritto al 100% oltre la ripresa produttiva. In questo articolo si deve pubblicare, sinteticamente, il percorso di tutti coloro che hanno partecipato a distruggere un gruppo industriale per fini di lucro e causato la perdita dal lavoro per quattrocento dipendenti. Inizialmente la banca Unicredit, segnalava alla CeRi della Banca d’Italia, la ditta Paolo Bolici, senza averne titolo, essendo altresì in debito verso la medesima, per decine di milioni di euro, per aver praticato usura ed anatocismo per trent’anni. Tale azione illecita ha bloccato, nel momento di massima espansione, circa seicento milioni di euro, l’importo dei lavori in corso, sia l’operatività finanziaria su tutto il ceto bancario che incassare fatture da clienti, per importi rilevanti, decine di milioni di euro, per attività svolte, costringendo i sigg.ri Bolici, visto l’impossibilità del proseguo aziendale profittevole, al ricorso per la ristrutturazione del debito, art.67 L.F.. Le banche referenti, Unicredit,Banca Intesa, BPER, Banca Sella, MPS, BNL, si associavano per impossessarsi dell’ingente capitale aziendale, a tal fine imponevano dei professionisti, Ernst&Young-DLA Piper-studio Signori, per estorcere un accordo di cessione di tutti i beni del gruppo Bolici a fronte di crediti inesistenti, avallati con un piano economico finanziario falso, redatto ed asseverato dai professionisti nominati. Visto la mancata sottoscrizione ed i danni ingenti causati, si presume che hanno corrotto il Giudice Antonino La Malfa che, con la nomina di Commissari Giudiziali compiacenti,( Umile Sebastiano Iacovino mandatario Unicredit per le procedure concorsuali) ammetteva al voto per l’omologa del concordato preventivo della ditta Bolici, capogruppo, le banche, con valore di credito inesistente ma determinate per la dichiarativa di fallimento, finalizzato a togliere la capacità processuale ed economica a Paolo Bolici. Per questo fine, il dott. Antonino La Malfa ha messo in atto molteplici reati compreso firma falsa sull’atto di udienza prefallimentare. La difesa a cui si era affidato Bolici per tutelare i propri interessi, avv. Luigi Bottai, avv. Antonio Di Iulio, dott. Francesco Rossi, dott. Salvatore Vittozzi, si è rivelata connivente con il G.D. dott. Antonino La Malfa. Solo per nota, visto le capacità espresse nel delinquere, il Giudice Dott. Antonino La Malfa invece di essere espulso dalla Magistratura, come dovuto, perchè indegno, è stato promosso a Presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Roma, non esistono ulteriori commenti. Non solo, le Procure della Repubblica, Tribunali e Corte di Appello nonchè Cassazione, competenti, nonostante la documentazione prodotta inconfutabile si sono adoperate in modo spasmodico a salvaguardare chi delinque, rigettando in continuo le denunce e/o ricorsi e/o istanze senza motivazioni . Vieppiù, i curatori/liquidatori /G.D. hanno impedito l’accesso, ai sigg.ri Bolici, ai rispettivi siti industriali appartenenti alla ditta e società, per evitare il reperimento della documentazione contabile ivi presente ed impedire in tal modo il diritto di difesa. L’evidenza dei fatti, la documentazione prodotta e le decisioni prese dai preposti lasciano esterrefatti, nel caso di specie, una Giustizia in salvaguardia di chi delinque.Si allega l’atto di revoca del fallimento ditta Bolici (doc.3) e nota di replica (doc.4) per dare consapevolezza e consistenza per quanto asserito. Concludo affermando che tutte le aziende facenti capo a Paolo Bolici sono in pendenza di decisione per la revoca del fallimento e le vendite effettuate dai curatori, liquidatori, atti in frode, saranno oggetto di rivendica e richiesta risarcimento danni.