UNICREDIT-GIUDICE ANTONINO LA MALFA-AVV.RENATO NEGRONI-DOTT.UMILE SEBASTIANO IACOVINO- ASSOCIATI PER DELINQUERE

22 Dicembre 2020 Off Di Paolo Bolici

CASO IMPRESA FAMILIARE DITTA PAOLO BOLICI UNICREDIT a fronte di crediti inesistenti, oggetto di usura ed anatocismo praticato per anni in danno della impresa familiare ditta Paolo Bolici, circa 12 mil.euro da ricapitalizzare per oltre trent’anni di rapporto, come si rileva da perizie CTP (all.1) e conferma da parte della Procura della Repubblica di Latina(all.2), segnalava per sconfinamento la ditta(all.3) , spostando una somma anticipata con cessione di contratto dal conto anticipi allo scoperto di conto, senza verifica e notifica della reale situazione debitoria (Cass.Civ. n.23093/2013-Cass.Civ. n.7958/2009-Trib.di Firenze, sentenza n.2276/2012, in violazione dell’art.1176 comma 2 c.c., dell’art.125 comma 3° T.U.B. e dell’art. 4 comma 7 del codice deontologico e di buona condotta per i Sistemi informatici, operazione delittuosa effettuata su di un conto corrente affidato e non revocato inoltre a credito, per i motivi espressi. L’azione illecita esercitata da Unicredit ha bloccato immediatamente l’operatività finanziaria delle aziende facenti capo a Paolo Bolici presso tutti gli istituti di credito referenti, nel momento di massima espansione del gruppo, con investimenti in corso per circa seicento milioni di euro non solo, visto la sopraggiunta difficoltà finanziaria, i clienti non hanno onorato i pagamenti per lavori già eseguiti per circa quaranta milioni di euro. Tale condizione, causa della crisi di liquidità che non consentiva il proseguo dell’attività industriale in modo organico, ha costretto Paolo Bolici al ricorso per la ristrutturazione del debito, art.67 L.F.. Visto le richieste estorsive del ceto bancario referente nonostante l’asseverazione del piano di ristrutturazione(all.4 estratto) , l’accordo non è stato sottoscritto e di conseguenza l’avvio al ricorso per concordato preventivo è stato inevitabile. Unicredit, consapevole del danno ingente provocato, ha posto in essere, associata alle altre banche referenti le aziende facenti capo a Paolo Bolici, vale a dire, BNL, MPS, Banca Intesa, BPER, Banca Sella, tutte responsabili di aver praticato usura ed anatocismo per decine di milioni di euro, un piano delittuoso premeditato, accordandosi con il Giudice Delegato dott. Antonino La Malfa ed i Commissari Giudiziali avv. Renato Negroni e dott. Umile Sebastiano Iacovino. La banca, nel periodo concorsuale, consapevole che Paolo Bolici non aveva accesso alla CeRi, in tale priodo, addebitava all’impresa familiare ditta Paolo Bolici , circa 16 milioni di euro (all.5 estratto CeRi), in violazione dell’art.169 L.F. e del D.l.g.s. 231/02 art.1 comma 2 attuazione direttiva 2000/35 CE, norme imperative che vietano addebiti di spese ed interessi in periodo concorsuale, detti crediti inesistenti erano ammessi al voto per l’omologa del concordato preventivo dai commissari giudiziali , avv. Renato Negroni e Umile Sebastiano Iacovino, nominati dal Giudice Delegato Antonino La Malfa, collusi con Unicredit, si precisa che il dott. Umile Sebastiano Iacovino è un mandatario Unicredit (all.6), in pieno conflitto d’interessi, quindi, i professionisti ed il Giudice Delegato, al fine del compimento del piano premeditato e delittuoso, hanno omesso tutta la documentazione e contestazioni attestanti l’inesistente vantato credito delle banche ed in particolare di Unicredit e permesso agli istituti di credito di votare negativo (all.7) all’omologa del concordato preventivo per determinare il fallimento della ditta ed appropriarsi dell’ingente capitale nonchè togliere la capacità economica e processuale a Paolo Bolici, al fine di evitare cause risarcitorie per i danni ingenti provocati dove sarebbero state soccombenti. Gli altri istituti di credito hanno commesso gli stessi reati. Per non dilungare troppo il presente articolo e non riportare i molteplici reati messi in atto da tutti i partecipanti alle azioni delittuose messe in atto da veri delinquenti che hanno distrutto un gruppo industriale, con quattrocento dipendenti, per fini di lucro, si rileva che, nonostante l’evidenza dei reati , attestata con prove inconfutabili e storno delle somme addebitate illecitamente, si riporta, ad esempio, il parziale Unicredit (vedasi all.5) per intervento della Vigilanza della banca d’Italia ed ammissione di responsabilità degli stessi istituti di credito(all.8). Le varie Procure della Repubblica interessate, in persona dei preposti PM, hanno archiviato, in prevalenza, salvo rinvio a giudizio dei vertici apicali di Unicredit e banca Sella(all.9), tutti i procedimenti per la salvaguardia del sistema corrotto messo in atto dal Giudice e conniventi. In sostanza se il debito non era tale, è evidente che le relazioni e/o attestazioni erano false stessa cosa dicasi per il valore del credito ammesso delle banche ed il fallimento dichiarato dal Giudice su debiti totalmente sproporzionati. Davanti a tanta palese evidenza non sembra, al momento che esiste la terzietà ed imparzialità dei Giudici, nel caso di specie. Si allega la revoca del fallimento in corso presso la Corte di Appello di Roma (all.10). Solo per cronaca, il Giudice Antonino La Malfa, artefice delle azioni dolose, è stato promosso a Presidente vicario del Tribunale di Roma, le banche, quale potere dominante, proseguono indisturbate ed i professionisti collusi continuano ad esercitare con incarichi del Tribunale, lascio il commento ai lettori di questo articolo. Comunico che è in atto la costituzione di una class action per l’avvio di azioni finalizzate al risarcimento dei danni avverso tutti i responsabili delle azioni delittuose che distruggono le aziende avvalendosi illecitamente del potere che gli viene accordato dallo stato, per fini di lucro personale.