TRIBUNALE DI ROMA SEZIONE FALLIMENTARE UN TRUFFATORE NOMINATO PRESIDENTE- GIUDICE DOTT.ANTONINO LA MALFA. IL SISTEMA DELLA GIUSTIZIA COMPIACENTE PRESSO LA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PERUGIA NONOSTANTE LA DOCUMENTAZIONE INECCEPIBILE COMPROVANTE I REATI MESSI IN ATTO DAL GIUDICE, LO PROTEGGE DALLA GIUSTA CONDANNA, UNA VERA INDECENZA CHE CONFERMA COME LE SENTENZE SONO EMESSE A PROPRIO INTERESSE E NO NEL RISPETTO DELLA LEGGE PER LA TUTELA DEGLI INTERESSI COLLETTIVI

13 Giugno 2021 Off Di Paolo Bolici

Il G.D. dott.Antonino La Malfa attorniato da una Corte di delinquenti, in persona dei Commissari Giudiziali, avv. Renato Negroni e dott. Umile Sebastiano Iacovino e del curatore avv. Maria Virginia Perazzoli, dichiara illecitamente ed illegittimamente i fallimenti delle aziende capitalizzate, nomina i compari per mettere in atto i piani premeditati per consentire la dichiarativa di fallimento e di seguito spartire l’ingente capitale, il caso Bolici. Si presume che il G.D. dott.Antonino La Malfa per aver messo in atto le azioni delittuose di seguito espresse, non solo ha distrutto l’intero capitale della ditta Paolo Bolici e famiglia Bolici per fini di lucro nonchè causato la perdita dal lavoro per quattrocento dipendenti ma, visto i provvedimenti emessi che non consentono dubbi su l’illegalità, si stato colluso con gli istituti di credito referenti, Unicredit, BNL,MPS,Banca Intesa, BPER,Banca Sella per interessi economici. Vieppiù, gli avvocati di parte, Luigi Bottai e Antonio di Iulio, il commercialista dott. Francesco Rossi ed asseveratore dott. Salvatore Vittozzi, nominati da Bolici quali difensori, si sono rivelati collusi con il Giudice attestando la loro appartenenza all’associazione a delinquere per fini di lucro, come si evince dagli atti di revocazione del fallimento (doc.1) della ditta Paolo Bolici presso la Corte di Appello di Roma e note di replica(doc.2). Il G.D. ammetteva le banche al voto per l’omologa del concordato con crediti inesistenti tramite i commissari nominati (Iacovino mandatario Unicredit, in pieno conflitto d’interessi-doc.3) per determinarne il fallimento della ditta e togliere la capacità economica e processuale a Paolo Bolici. Di seguito ulteriori reati, si riporta la firma , si presume di La Malfa al posto del G.D.Vittoria Caprara apposta sull’udienza prefallimentare che non doveva svolgersi(doc.4) essendo stato approvato il concordato e successivamente , dopo la riammissione al voto illecita delle banche , per artifizio e truffa dei commissari giudiziali, il dott. La Malfa, riprendendo la decisione dell’udienza prefallimentare nulla,dichiarava il fallimento della ditta. A completamento del piano premeditato, il La Malfa nominava l’avv. Maria Virginia Perazzoli , una esperta truffatrice, incline a delinquere di manifesta incapacità, al fine di depauperare il capitale con vendite verso compiacenti a prezzi irrisori. Visto che la ditta Paolo Bolici è un’impresa familiare con il coniuge in separazione dei beni(doc.5), per evitare la giusta appartenenza del 50% del capitale, La Malfa e Perazzoli ammettevano alla formazione dello stato passivo reso esecutivo, creditori non aventi diritto per € 60.683.971,30 a fronte degli aventi diritto per € 2.116.332,86 (TFR dipendenti e creditori correnti nell’esercizio dei tre mesi)(doc.6), al fine di dimostrare l’insolvenza ed il capitale de residuo inesistente. Conferma data allo stato passivo dai G.D. Raffaella Calvanese e Francesca Aratari, sostituti di La Malfa ed appartenenti alla stessa associazione.Si precisa che Paolo Bolici, usurato dalle banche era beneficiario del fondo di solidarietà per le vittime di usura(doc.7) con tale somma avrebbe pagato il debito al 100% e ripreso l’attività produttiva. La Malfa e Perazzoli hanno posto il diniego (doc.8).Non solo nei successivi procedimenti, Cassazione, Tribunale di Velletri, la Perazzoli dichiarava il falso affermando l’esistenza di un debito di €73.000.000,00 e non consentiva l’accesso al sito industriale Bolici per recuperare la documentazione attestante l’inesistenza del debito. I giudici preposti nonostante la richiesta di CTU e la documentazione inconfutabile prodotta, emettevano sentenze pilotate.Sono state interessate al caso, con centinaia di denunce documentali, tutte le Procure della Repubblica, in modo unanime si sono espresse senza motivazioni archiviando i procedimenti, se ne rimane esterrefatti su chi gestisce la Giustizia e di come si salvaguardano tra giudici consentendo l’illecito . L’intervento della Vigilanza della Banca d’Italia e no dei preposti Giudici ha indotto le banche a stornare le somme indebite per decine di milioni di euro. In conclusione è stato tutto smascherato, i reati sono stati resi evidenti con la documentazione ineccepibile, chi paga i danni ?I Giudici truffatori, tipo La Malfa, vengono promossi come nel caso o devono essere chiusi in carcere per anni, visto il danno sociale? i professionisti collusi continueranno ad essere nominati come adesso o mandati ai lavori forzati? Chi legge questo articolo se ha subito abusi di legge dai nominati può contattarmi o denunciare questi delinquenti che non meritano di assumere incarichi ma devono essere rinchiusi nelle carceri italiane.