AVV. RENATO NEGRONI E DOTT. UMILE SEBASTIANO IACOVINO, DUE TRUFFATORI COLLUSI CON IL G.D. DOTT. ANTONINO LA MALFA, ATTUALE PRESIDENTE VICARIO DEL TRIBUNALE DI ROMA- CASO FALLIMENTO DITTA PAOLO BOLICI

25 Dicembre 2020 Off Di Paolo Bolici

I due professionisti, truffatori, avv. Renato Negroni e dott. Umile Sebastiano Iacovino, nominati nella procedura concorsuale riguardante l’impresa familiare ditta Paolo Bolici, dal G.D. dott. Antonino La Malfa, parte integrante dell’associazione per delinquere finalizzata a scopo di lucro personale, ammettevano, con falsa relazione, in violazione dell’art.236 bis L.F., crediti inesistenti vantati dal ceto bancario referente della ditta, al voto per l’omologa del concordato preventivo, a cui era stato costretto a ricorrere il sig. Paolo Bolici, per azioni fraudolente messe in atto dalle banche referenti che ne avevano bloccato, con tale azione delittuosa, l’operatività finanziaria, con illecita segnalazione a centrale rischi su crediti inesistenti, per determinarne la dichiarativa di fallimento al fine di appropriarsi dell’ingente capitale e spartirne i proventi nonchè togliere la capacità economica e processuale al sig. Bolici Paolo. Premesso che non è comprensibile come e da chi sia stato nominato il Giudice Antonino la Malfa a Presidente Vicario del Tribunale di Roma, visto le numerose denunce motivate del sottoscritto attestanti l’attività fraudolenta e connivenze del Giudice, presso: la Procura Generale della Cassazione, Ispettorato Generale,CSM, Procura della Repubblica di Perugia, Ministro della Giustizia e Presidente della Repubblica ed altri, tutti indifferenti alla realtà documentata, è una vergogna per chi è demandato a tutelare gli interessi collettivi, nel caso di specie viene tutelato un Giudice che dovrebbe essere espulso dalla Magistratura altresì viene promosso. Riguardo l’attività dolosa dei due professionisti truffatori, avv. Renato Negroni e dott. Umile Sebastiano Iacovino,(solo per nota, il dott. Iacovino è un mandatario per le procedure concorsuali di Unicredit, un vero conflitto d’interessi, come di seguito, dimostrato doc.3 ) falsificavano, nelle propria relazione, i dati contabili aziendali, contrariamente al ruolo assunto di commissari giudiziali che dovevano accertarne la veridicità degli stessi ed omettevano di rettificare e/o annullare le somme indebite, per decine di milioni di euro, vantate dalle banche referenti la ditta. Le azioni delittuose poste in essere sono state premeditate per il compimento di un piano fraudolento, messo in atto con la complicità del G.D. e banche, finalizzato alla dichiarativa di fallimento della ditta e società controllate, proprietarie di un ingente capitale, al fine di appropriarsene. A supporto delle affermazioni riportate nel presente articolo, si allega la relazione falsa dei commissari giudiziali(doc.8), ai sensi dell’art.172 L.F., finalizzata a prospettare l’insolvenza della ditta che altrimenti non era giustificata, visto l’ingente capitale della stessa ed il debito reale proporzionalmente irrisorio (si riporta ad esempio la relazione danni avverso Unicredit, redatta prima della dichiarativa di fallimento doc.5), le note integrative(doc.6) ed il verbale redatto all’adunanza dei creditori(doc.9) , dove veniva contestato il debito della ditta riportato negli atti dai commissari giudiziali, doglianze rigettate dal G.D. colluso, il riepilogo dei voti all’omologa del concordato(doc.10), dove è evidente il voto determinante delle banche, lo storno delle somme per intervento della Vigilanza della banca d’Italia(doc.16+17) ed ammissione di responsabilità delle stesse banche(doc.18), i provvedimenti della Procura della Repubblica di Latina(doc.4+15+17), la revoca del fallimento presso la Corte di Appello di Roma(doc.21). Si ritiene sufficiente tale documentazione e descrizione sintetica per evidenziare le attività delittuose dei commissari giudiziali anche se i molteplici reati messi in atto dai due professionisti collusi richiederebbero una lunga delucidazione ed ulteriore descrizione e documentazione, per tutte le attività delittuose azionate. Per concludere, si ritiene importante, i due truffatori , senza ritegno per i danni provocati, periziati circa un miliardo e mezzo di euro oltre la perdita dal lavoro per quattrocento dipendenti e le azioni illecite messe in atto , si sono insinuati al passivo della ditta Paolo Bolici, con un credito di € 200.000,00 oltre l’acconto già percepito, ammesso dal curatore avv. Maria Virginia Perazzoli, soggetto complice, di manifesta incapacità ed incline a delinquere, nonchè partecipe all’entourage del Giudice Antonino La Malfa, quindi detta ammissione era illecita era scontata. Si assiste ad una associazione per delinquere finalizzata, con il potere del Giudice colluso ma legalizzato dallo Stato Italiano, in persona dei preposti, inosservante, a dichiarare il fallimento delle aziende, con le gravi conseguenze che ne comporta sia per il danno economico e morale avverso gli imprenditori che socialmente .